- 22 Aprile 2020
- Posted by: Mara B.
- Categoria: Blog

Il presidente della Regione Veneto torna a parlare dell’app Immuni dopo la bufera social scatenata dalla possibile obbligatorietà dell’applicazione. Luca Zaia, nella diretta social del 21 aprile 2020, chiarisce le proprie affermazioni del giorno precedente e spiega nel dettaglio a cosa serve l’applicazione Immuni.
Luca Zaia parla dell’app Immuni al Veneto
“Non siamo indenni dal virus e quindi non siamo neanche indenni dal contagio. È competenza esclusiva dello stato quello di aprire e chiudere le imprese, nel momento in cui si andrà ad aprire il 4 maggio, è giusto non leggere questa apertura come se fosse tutto finito. Inizia il periodo di convivenza con il virus”. Queste le prime parole di Luca Zaia dopo aver letto il numero di ricoverati e deceduti per Coronavirus. Il tema dell’applicazione Immuno, sulla quale si è espresso Zaia nel corso della diretta social del 20 aprile 2020, ha scatenato una serie di polemiche, al punto che il governatore della Regione Veneto è intervenuto nuovamente nella giornata successiva.
“Riavvolgiamo il nastro, vediamo se riusciamo a capirci, l’applicazione è la volontà di mutuare le esperienze che si son già fatte, cioè la Cina, Corea e Singapore. Cos’è l’applicazione? Un elemento digitale che permette a livello nazionale di tracciare i contatti”. Luca Zaia spiega la funzionalità dell’applicazione, che rileverebbe l’eventuale contatto per più di 15 minuti ad una distanza inferiore ai 2 metri fra gli individui. L’app Immuno consentirebbe a medici e personale sanitario di risalire ai contatti a rischio degli infetti Covid19, ma in molti si chiedono se ci siano problemi di privacy.
Luca Zaia chiarisce: sarà obbligatoria o no?
“Sono giuste le questioni che si pongono rispetto alla privacy, però qual è l’alternativa a non applicarne l’utilizzo? Chiariamo una cosa: non è un obbligo di legge” continua Luca Zaia, “Noi in Veneto non abbiamo fatto l’applicazione, se ci sarà, sarà a livello nazionale. Se i cittadini decidono che non gli interessa l’applicazione, io penso ci sia una libertà totale. Però bisogna essere chiari, l’alternativa all’applicazione è questa: mettersi sulla porta dell’ospedale e attendere che arrivino i pazienti”.
Sull’affermazione fatta nella giornata precedente circa la possibile obbligatorietà dell’app Immuni il presidente della Regione Veneto chiarisce: “Mi avete chiesto ieri “Lei cosa farebbe” ho detto se c’è un’applicazione ed è una questione di sanità pubblica bisogna renderla obbligatoria. Non stiamo promuovendo le applicazioni”.