- 21 Aprile 2020
- Posted by: Mara B.
- Categoria: Storie Venete
La morsa si stringe su palestre e centri sportivi, tra i settori più colpiti dall’emergenza Coronavirus completamente abbandonati a loro stessi. Dalle istituzioni tardano ad arrivare indicazioni sulla possibile riapertura e sulla gestione della Fase 2, mentre alcuni timidi passi di sostegno alle associazioni sportive arrivano in questi giorni dall’assessore al territorio, cultura e sicurezza della Regione disposizioni concrete per aiutare il settore fitness. Il vero timore per il prossimo futuro resta però l’apertura contingentata, che si prevede quasi più dannosa della stessa chiusura.
Palestre e associazioni sportive: manca un protocollo comune
La situazione delle associazioni sportive, ovvero le nostre più comuni palestre, sembra essere di completo abbandono da parte dei vertici governativi. Così ci racconta il responsabile della palestra Emme Cento di Vigonza nel Padovano, le uniche informazioni sulla gestione dell’emergenza attuale e di una futura Fase 2 giungono solo da parte dell’ente di promozione sportiva di appartenenza, ma dal Governo tutto tace: “Io stamattina sto ipotizzando le attrezzature che ci servono per la riapertura, ma sono io che mi sto preparando. Tutto il settore sportivo che offre oramai un servizio fondamentale non sta ricevendo indicazioni sulla preparazione per la riapertura”.
Il settore sta affrontando un duplice problema, ci spiegano, da un lato c’è il problema occupazionale, ma allo stesso tempo c’è il fantasma della riapertura contingentata: “Sicuramente il settore centri fitness ha a monte il grosso problema dell’aspetto occupazionale. Le associazioni sportive prevedono infatti la collaborazione tramite contratti di collaborazione o partita Iva, perciò: “I bonus di 600€ hanno privilegiato coloro che percepiscono meno di 10 mila euro l’anno, cioè gli operatori parziali della struttura. Chi ha fatto una scelta occupazionale e mantiene una famiglia impegnandosi nell’attività si trova ora messo in secondo piano”.
Riapertura contingentata per le palestre: un bagno di sangue
Il responsabile di Emme Cento prosegue spiegandoci la problematica legata alle aperture contingentate: “La futura apertura è un ulteriore bagno di sangue, perché essendo un’attività a molta concentrazione, con quello che si vuole attuare, c’è il rischio che non si possa far entrare tutti i nostri tesserati, perché se è necessario contingentare gli ingressi in base alla metratura della sala, alcune sale come la sala attrezzi diventano un problema impressionante. Dovrei avere un controllo degli accessi in tempo reale e se arriva qualcuno potrebbe essere che io gli debba dire: mi dispiace, ma non puoi entrare. Per assurdo è più semplice che ci tengano più tempo chiusi, ma quando riaprono ci facciano riaprire completamente, altrimenti andremo incontro solo a spese senza guadagnare nulla”.
In Veneto si inizia a parlare di aiuti concreti alle associazioni sportive
Nel frattempo Cristiano Corazzari, assessore al territorio, cultura e sicurezza della Regione Veneto, ha presentato un emendamento approvato all’unanimità dalla sesta commissione del Consiglio Regionale che riguarda il sostegno delle attività culturali e sportive.
L’assessore Corazzari spiega: “Con l’approvazione e la successiva entrata in vigore di questa legge intendiamo dare una iniezione di liquidità a tutte le associazioni sportive e culturali venete in questo momento di difficoltà dettato dall’emergenza sanitaria. L’obiettivo è comunque garantire continuità e storicità a tutte le richieste di contributo presentate dalle nostre associazioni, utilizzando le risorse messe a bilancio per gli eventi e le manifestazioni che altrimenti andrebbero in economia”.
Per chi opera nel settore sportivo ci saranno “importanti novità che riguardano la possibilità di ammettere a contributo anche le spese di funzionamento, quelle preliminari alla realizzazione dei progetti o finalizzate alla riconversione delle azioni e degli interventi in corso o programmati, dando così una risposta concreta e importante al movimento sportivo e culturale veneto. Continuiamo a guardare al futuro dello sport veneto concentrandoci sulla prossima fase e auspicando che a livello nazionale sia emanato un protocollo comune per tutti gli operatori coinvolti: regole chiare avvallate anche dal mondo scientifico perché sport, cultura e turismo possano ripartire e tornare ad essere ai massimi livelli”.