- 3 Marzo 2021
- Posted by: Alessandra Solmi
- Categoria: Blog
C’è una correlazione secondo Luca Zaia fra l’aumento dei contagi e la riapertura delle scuola. La terza ondata di Covid-19 pare essere sopraggiunta. Urge correre ai ripari, anche se, questa volta, si cerca di frenare la pandemia senza dover procurare nuovi danni all’economia di ogni territorio. Nell’ultima conferenza stampa il Governatore del Veneto si è concentrato sul mondo della scuola, pensando anche alle ripercussioni sul mondo del lavoro durante un ritorno della didattica a distanza.
Il pensiero di Zaia è partito da un concetto molto semplice derivante dall’analisi della situazione nelle altre Regioni di un’Italia che continua a combattere contro il Covid-19.
“Molte regioni che oggi sono in difficoltà hanno aperto le scuole un mese prima di noi. La letteratura scientifica ci dice che esiste una correlazione tra l’aumento dei contagi e la riapertura delle scuole. Gli studenti positivi asintomatici tornano a casa e contagiano i familiari. Se servirà chiudere gli istituti lo faremo“.
“Chiudere le scuole è una sconfitta”: fra lavoro e problemi
Luca Zaia ha poi proseguito il suo discorso dicendo: “Chiudere una scuola resta una sconfitta per me. La scuola va vissuta in presenza, ma non è giusto che in Italia chi vuole chiudere le scuole venga colpevolizzato. Sulle scuole abbiamo l’obbligo dell’obiettività. C’è bisogno del parere del Cts che finora si è espresso solo per chiudere le scuole nelle zone rosse e nelle zone arancioni quando si superano i 250 casi positivi su 100mila abitanti“.
Perché è così difficile chiudere le scuole? Il pensiero di chi vorrebbe sempre tenerle aperte è rivolto al futuro di una generazione di ragazzi che si sta formando fra i banchi e sta ponendo le basi per il proprio domani e il futuro del nostro Paese. Senza poter apprendere, senza poter fare nuove esperienze, è difficile crescere e migliorarsi. Oltre a questo, chiudendo le scuole, le ripercussioni sul mondo del lavoro sono innumerevoli.
Chiudere le scuole vuol dire mettere a casa tantissime persone fra: docenti, dirigenti, addetti all’amministrazione, personale Ata e operatori di cooperative. Fra di loro ci sono innumerevoli precari che si ritrovano ancora una volta senza lavoro e che non possono contare su uno stipendio fisso. Chiudere le scuole, però, vuol dire mettere in grande difficoltà anche tutti i genitori che, al contrario, non lavorano più in smart-working e dovendo recarsi lontano da casa non sanno a chi affidare i loro figli.
Vaccini e passaporto: le opinioni di Zaia
Sempre all’interno della conferenza stampa Zaia si è soffermato anche sull’importanza di effettuare il vaccino. Il Governatore del Veneto, che ha sempre puntato sul creare una zona Covid Free, ha voluto lanciare il suo pensiero sul futuro.
“Penso che lo stato vaccinale finirà sul passaporto. Una discriminazione? Si, perché c’è chi non si può vaccinare, e deve avere diritto di viaggiare come gli altri. Però è inutile fare elucubrazioni. La verità va nella direzione che se non sei vaccinato ci saranno delle strutture che non ti permettono di accedere. O guardiamo in faccia alla realtà, o apriamo un salotto per discutere una vita sull’opportunità o meno“.
Il vaccino dunque andrà a influire anche sul turismo? Forse è troppo presto per aprire il dibattito.
Flor ha riportato tutti sulla stretta attualità facendo il punto sulla campagna vaccinale in Veneto. “Abbiamo in casa le scorte per poter procedere al richiamo dei 21 giorni. Abbiano vaccinato 9 mila persone al giorno e ora, in base alla disponibilità dei vaccini, possiamo farne molti di più. Da qui a fine marzo dovremmo somministrare 370 mila dosi e la disponibilità che abbiamo è superiore alle 400 mila, mantenendo sempre i 21 giorni di scorta“.